L’intervista social ad Alice Torcolacci

Quando e come hai iniziato a fare pallavolo?

Ho iniziato in seconda o terza media perché tutte le mie amiche giocavano a pallavolo. Inizialmente mi hanno messo in campo nel ruolo di centrale perché non avevo delle basi solide, poi nel tempo sono diventata brava a ricoprire questo ruolo. MI divertivo molto e quindi quando le mie amiche hanno smesso io ho continuato.

Pensi di poter ancora migliorare tanto?

Sì, sono convinta di poter migliorare ancora, sia per me che per la squadra ed è il motivo per cui ogni giorno vado in palestra e do il 100%; per la squadra perché abbiamo un obiettivo in comune e per me stessa perché è importante essere motivati, se non fossi convinta di poter migliorare non sarei qua a giocare.

Sei delusa per non aver raggiunto il girone promozione? Pensi il potenziale ci fosse e magari sia stato dovuto alla mancanza di un po’ di continuità?

Sì, sono delusa perché l’obiettivo di inizio anno non è stato centrato, sicuramente il periodo storico e la mancata continuità hanno un po’ influenzato l’andamento del campionato. Bisogna riconoscere che abbiamo il potenziale ma molte volte non riusciamo ad esprimerci al massimo quindi la colpa è anche nostra, però manca ancora più di metà del campionato quindi si punta ad arrivare prime almeno nel girone del pool salvezza, che poi non sarà comunque un campionato facile, dobbiamo far vedere che ci meritiamo di stare in campo e perciò dobbiamo dare il massimo.

Com’è stato allontanarsi da casa a soli 16 anni?

Mi sono trasferita in seconda superiore, il primo anno l’ho fatto a Rimini poi mi sono trasferita a Ravenna. A 15-16 anni non si è molto consapevoli di quello a cui vai incontro quindi non mi preoccupavo tanto, mi sono buttata nell’esperienza nuova perché ero contenta di farla e di andare a giocare in un livello più alto. E’ stato comunque difficile perché mi sono allontanata dai miei punti di riferimento quali la famiglia, gli amici, la scuola. Ho dovuto abbandonare tutto e buttarmi in una nuova esperienza e ambiente, però sono sempre stata una che si sa adattare e me la sono goduta tutta questa esperienza, tant’è che ancora oggi faccio questa vita, quindi vuol dire che è stata un’esperienza positiva e che mi è piaciuta.

Come ti trovi a Ravenna? Ti piace vivere qui? Qual è la cosa che preferisci e quella che invece non ti piace proprio?

Ravenna mi piace, tanto che è il quinto anno che sono qua, mi piacciono le persone, infatti ho fatto molte amicizie; mi piace che ci sia tanta storia nella città, in particolare il centro storico lo trovo meraviglioso; mi piace che ci sia il mare vicino perché da dove vengo io il mare è lontano da casa; invece, la cosa che proprio detesto è la nebbia, non sono abituata, anche solo per tornare a casa da allenamento ieri sera non si vedeva niente…

Ti manca passare del tempo a Urbania, il tuo paese d’origine e con i tuoi amici di sempre?

Sì, mi mancano, quando torno a casa e poi devo ripartire sono un po’ triste nel lasciarli e mi dispiace, però è anche bello avere delle amicizie durature che ti sostengono sempre e poi alla fine sono qui a fare quello che mi piace e loro lo capiscono. Quando torno, comunque, li vedo sempre.

Come riesci a gestire la vita privata (es. università, amici, famiglia) con la vita da giocatrice professionista di serie A?

Secondo me la parola chiave è “organizzazione”, ci devo ancora lavorare bene però con il tempo sto migliorando. Il tempo a disposizione fuori dalla palestra è poco e quindi bisogna organizzare bene i tempi, sacrificare del tempo dedicato magari alle uscite, a te stessa, ad esempio nel mio caso devo recuperare delle lezioni all’università, oppure torno il weekend a casa e devo organizzare bene il tempo che ho a disposizione per vedere i miei amici…

Come mai hai all’università hai scelto il corso “Scienze internazionali e diplomatiche”? Cosa ti piace di questa facoltà?

Mi piace il fatto che abbia materie diverse e che non sia focalizzato solo sulle scienze politiche. Mi piace il diritto, l’economia e soprattutto il fatto di poter studiare due lingue perché avendo fatto il liceo linguistico mi dispiaceva abbandonarle completamente. Con questo corso, quindi, ho l’opportunità di studiare argomenti che mi interessano e continuare a studiare le lingue (inglese e tedesco). Poi in generale mi piacciono più le materie scientifiche come statistica ed economia, quindi quando ho scoperto questo corso, mi ha convinto subito.

In tanti ci chiedono se sei fidanzata, cosa rispondiamo?

Non sono fidanzata e comunque adesso ho altre priorità.

Ti piace cucinare come Ludovica? Nel caso con chi?

Mi piace cucinare ma non ai livelli di Ludovica, ogni tanto quando torno a casa, con una mia amica faccio sempre dolci.

Una persona “sconosciuta” ci chiede di spiegare il tuo soprannome “toro”.

Allora tutto è partito come motivazione, perché durante le battute io dicevo a Ludovica “dai che sei un drago” per dire che stava andando bene, che aveva fatto una bella battuta, insomma come incoraggiamento. Da quel momento, anche un po’ per le mie caratteristiche fisiche, lei mi chiama toro per incoraggiare me.

E a proposito di quest’ultima domanda, qualcun altro ci chiede come riesci a sopportare come compagna di palla a coppie una ragazza polemica come Ludovica che non può rispondere alle accuse quindi sii clemente?

Ludovica non è assolutamente polemica, è meravigliosa, abbiamo legato subito e abbiamo un bellissimo rapporto, anche perché abbiamo lo stesso ruolo e di conseguenza ci confrontiamo su tanti punti che sono in comune, sulle problematiche del nostro ruolo. Mi piace parlare con lei perché mi dà sempre il suo punto di vista, diverso dal mio anche per la sua esperienza.

Che programmi hai per il prossimo anno?

Per quanto riguarda la pallavolo sono un po’ scaramantica quindi non lo so e non ci sto pensando, invece dal punto di vista dello studio spero di finire l’università in tempo perché il prossimo anno è l’ultimo. Per il resto vivrò un po’ il momento.

Qualche settimana fa la squadra ha girato un balletto sulle note di Jerusalema, ci hanno chiesto se ci mostri qualche passo e com’è stato ballare con le tue compagne di squadra.

Allora per i passi direi che non è il caso, ci sono delle mie compagne che sono molto più brave… è stato molto divertente fare il balletto insieme a loro, anche per sdrammatizzare un po’ la situazione di tensione di questo periodo storico ed infatti speriamo sia passato il messaggio di positività.

In vista della prossima partita come ti senti?

Io non vedo l’ora di giocare di nuovo, un po’ di tensione c’è perché siamo state ferme tanto e quindi ci manca l’emozione del prepartita, come ho detto prima è difficile questa non continuità però siamo molto cariche.