L’intervista social a Rachele Morello

Quando e come hai iniziato a fare pallavolo?

Ho iniziato all’età di cinque anni, però la passione è nata ancora prima perché mia mamma e mia zia giocavano a pallavolo; il sabato sera era appuntamento fisso per andare a vedere la partita e mi piaceva soprattutto andare negli spogliatoi con le ragazze.

Ti sei trasferita molto presto per inseguire la tua passione per la pallavolo, come è stato allontanarsi da casa a soli 14 anni?

Ho fatto tutte le giovanili alla Lilliput di Settimo Torinese, poi a 14 anni sono andata via di casa; è stata una decisione importante, penso una delle più importanti perché mi ha fatto capire che era la strada giusta quella che stavo intraprendendo. Sono molto contenta di aver preso coraggio e aver fatto questa scelta perché ovviamente oltre gli aspetti positivi ci sono anche quelli negativi, come allontanarsi da casa, cambiare scuola, città, ripartire da zero senza avere punti di riferimento nelle nuove città in cui ci si sposta; è un po’ complicato, soprattutto sei non sei poi così grande, però rifarei questa scelta perché, come ho detto prima, mi ha fatto capire che era la strada giusta e che volevo continuare così.

Sei anche nella Nazionale italiana, raccontaci un po’ la tua esperienza in Nazionale?

Ho fatto tutte le nazionali giovanili, quindi il torneo delle 8 nazioni, tre europei e tre mondiali. Sono stata molto fortunata a fare tante esperienze con la maglia azzurra, l’emozione è grande perché senti di rappresentare un’intera nazione anche se le giovanili sono meno seguite, ma proprio perché sei giovane è tutto molto raddoppiato. È una bella responsabilità, devo tanto a queste esperienze che ho fatto perché oltre a girare il mondo ho conosciuto anche tante persone. L’emozione più forte rimane comunque quella di indossare la maglia azzurra e cantare l’inno.

Nel 2017 sei stata anche premiata come miglior palleggiatrice del mondo, cosa si prova?

Di quel mondiale lì mi ricordo soprattutto l’esperienza che abbiamo fatto come squadra, abbiamo vinto il mondiale e c’era tanto da festeggiare e il fatto che poi mi abbiamo anche premiato è stato ancora più bello. Per me è stato un premio molto importante perché essendo la pallavolo un gioco di squadra, quando ti viene riconosciuto qualcosa di individuale è una grande emozione.

Ti piacerebbe giocare anche all’estero?

Penso che il campionato italiano sia tra i tre più forti al mondo, quindi dal punto di vista tecnico non abbiamo da invidiare nessuno; sicuramente se ci fosse l’occasione la sfrutterei, però mi piacerebbe continuare a giocare anche in Italia.

In futuro ti piacerebbe ricoprire il ruolo di capitano della squadra?

Sì, è un ruolo che mi è sempre piaciuto. Credo che il ruolo del palleggiatore abbia un po’ già in sé le caratteristiche che deve avere un capitano, quindi sarebbe sottolineare queste caratteristiche e per me sarebbe una gran vittoria personale.

Secondo te quali sono le caratteristiche fondamentali per ricoprire un ruolo di questo tipo?

Secondo me il capitano deve avere caratteristiche positive sia in campo che fuori dal campo: fuori dal campo ha la responsabilità di tenere unito il gruppo e portare avanti la squadra e anche in campo deve dimostrare concretezza, essere un po’ il trascinatore della squadra e portare sempre dalla propria parte le compagne sia nei momenti positivi che negativi.

Come ti trovi con le tue compagne?

Molto bene, sono molto felice del gruppo che si è creato, abbiamo avuto delle difficoltà sul campo ma ci siamo sempre ritrovate nello spogliatoio per ripartire. Secondo me è una cosa importante che ci deve essere in una squadra, è un bel gruppo e il fatto che siamo tutte giovani sicuramente è un valore aggiunto. Da una parte soffriamo la minore esperienza, ma dall’altra la freschezza di noi giovani è sempre una caratteristica importante per una squadra.

Vi piacerebbe come squadra andare fuori Italia per una partita?

Credo che sarebbe un’esperienza molto bella e che nessuno si tirerebbe indietro.

Sei permalosa?

È stata Flavia a fare questa domanda (risata); si scherza su questa cosa perché sono molto competitiva e quindi se perdo o succede qualcosa che va un po’ contro il mio volere diciamo che me la prendo un pochino.

Quest’anno sei venuta per la prima volta a Ravenna, ti piace?

L’avrei voluta vivere molto di più come città, non avevo mai giocato vicino al mare e questa cosa mi entusiasmava molto; ci sono molte cose che si potrebbero fare, anche con la squadra ogni tanto pensiamo che ci sarebbe piaciuto fare qualche uscita in più insieme. È una bellissima città e le persone sono molto ospitali, mi sono trovata bene da subito.

Ti ricordi la prima piadina e i primi cappelletti romagnoli?

Sì, me li ricordo e ho apprezzato molto, in generale sono un’amante del cibo e mi piace scoprire le culture gastronomiche nei posti in cui vado.

Studi all’università, cosa fai?

Studio economia aziendale, ho fatto questa scelta perché sono sempre stata incuriosita dal mondo di mio padre che è un imprenditore e quando tornavo a casa mi raccontava un po’ delle sue esperienze. Sono al secondo anno e in futuro quando terminerò la carriera da pallavolista come atleta la prima cosa che mi viene in mente è che vorrei essere direttore sportivo piuttosto che allenatore.

Come concili lo studio con la pallavolo?

È un po’ impegnativo, credo che come hanno detto anche le mie compagne il segreto sia organizzarsi, bisogna decidere bene come gestire i propri tempi, però è fattibile.

Hai due sorelle più piccole e giocano anche loro a pallavolo, ti chiedono consigli?

Il rapporto che ho con loro è molto speciale, sono tutte due più piccole, siamo molto legate e sono due delle persone che più mi mancano stando lontano da casa perché crescono e magari ogni volta che torno le trovo diverse. I consigli ce li diamo reciprocamente anche in generale, pallavolo, ragazzi, scuola.

Sei fidanzata con un pallavolista, come vi siete conosciuti? Vi confrontate spesso sulle vostre esperienze in campo oppure no?

Ci siamo conosciuti in campo al “Trofeo delle Regioni” che è stata una delle mie prime grandi esperienze che ho fatto fuori dalla mia società, lui giocava nella squadra maschile del Piemonte, dopo un po’ ci siamo risentiti e da lì è partita la nostra storia. Dopo una partita mi piace confrontarmi con lui oppure se un allenamento è andato male ne parliamo, in generale però cerchiamo di discutere di altro. Una cosa è certa, insieme o contro non possiamo giocare perché siamo tutti e due competitivi quindi se giochiamo insieme uno è più scarso dell’altro e se si perde è sempre colpa dell’altro ovviamente, invece se giochiamo contro vogliamo vincere entrambi.

Nel tempo libero cosa fai?

Adoro la musica e mi piace ascoltarla, mi piace uscire con gli amici, il mio fidanzato, cucinare e viaggiare, scoprire nuovi posti o visitare qualche museo.

Dove sei stata e quale meta ti è piaciuta di più?

Viaggi a scopo turistico non ne ho fatti tanti, più che altro con la pallavolo, in particolare con la Nazionale ho avuto la fortuna di visitare posti dall’altra parte del mondo come la Repubblica Dominicana, il Messico, il Brasile… è bello quando ti catapulti in queste realtà, scoprire un po’ come approcciano le persone alla vita, cosa mangiano, cosa fanno… Per piacere personale invece sono stata in Croazia con alcuni miei amici per festeggiare la maturità e mi è piaciuta molto.

Che musica ti piace ascoltare?

Ascolto di tutto, da canzoni vecchissime a più recenti, in particolare mi piace Vasco Rossi e i Pinguini Tattici Nucleari.

Qual è l’emozione più grande legata alla pallavolo?

La vittoria del mondiale nel 2017, più che la finale mi ricorderò sempre la semifinale in cui stavamo vincendo 2-1 contro la Turchia però nel quarto set eravamo sotto 18-24 e invece alla fine siamo riuscite a vincerlo 26-24 facendo un po’ un’impresa, quindi andare in finale è stata una grandissima emozione perché nessuno ci avrebbe mai creduto. È stata una bella prova di squadra.

La prossima intervistata sarà Beatrice Giovanna, cosa ci racconti di lei?

Anche lei è piemontese, siamo le piemontesi della squadra quindi quando torniamo a casa facciamo dei gran viaggi insieme, è una bravissima ragazza e canta benissimo.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vorrei continuare a giocare a pallavolo, crescere e migliorare sempre di più, mi piace entrare in palestra ogni giorno e imparare sempre qualcosa di nuovo. Dal punto di vista universitario, invece, vorrei laurearmi nei tempi stabiliti.