- Quando hai iniziato a giocare a pallavolo?
Ho iniziato da piccolissima, in seconda elementare, anche se non è stato il mio primo sport perché sono sempre stata una bambina un po’ maschiaccio, quindi volevo giocare a calcio. Dopo aver provato vari sport come nuoto e judo ho seguito un’amica che giocava già a pallavolo e ho iniziato dove vivevo, a Lugo. Anche se i primi due o tre anni ci davo più di piedi che di mano (risata), da lì ho iniziato a giocare a pallavolo e spero di non smettere per tanto tempo.
- Quando hai iniziato a capire che avresti voluto fare della pallavolo qualcosa di più di una semplice passione?
Secondo me lo si capisce quando inizi a preferire di andare ad allenamento piuttosto che uscire con gli amici o fare altro, quindi inizi a fare i primi sacrifici, anche solo i primi tornei oppure rinunci alle gite scolastiche e lo fai con piacere, non ti pesa e neanche lo definisci un sacrificio, una scelta che fai senza neanche pensarci.
- Com’è stata questa prima esperienza in serie A?
In realtà qualche esperienza l’ho fatta anche due anni fa in cui ho avuto la fortuna di partecipare a qualche allenamento e l’anno scorso anche in partita per via di infortuni. Quest’anno che per la prima volta faccio parte della squadra dall’inizio per me è stato un grande onore, è stata un’occasione che ho voluto cogliere al volo perché sapevo benissimo che oltre ad essere un privilegio era una bellissima occasione per potermi divertire e soprattutto per poter crescere, per poter entrare in un mondo diverso da quello che avevo vissuto fino a quel momento perché comunque andare in serie A è proprio salire uno scalino grande sia a livello di impegno che di determinazione e dedizione.
- Com’è giocare per la città in cui si vive?
È stupendo, anche solo essere potuta crescere in questa città e in questa squadra, perché la società storicamente ha raggiunto traguardi ancora tutt’ora non raggiunti da altre squadre, quindi Ravenna è una città in cui la pallavolo è molto importante, molto seguita e per me è un onore grandissimo poter contribuire e giocare qui.
- Quanto è stata importante la tua famiglia per raggiungere i tuoi obiettivi nella pallavolo?
Molto, nonostante non abbia genitori sportivi il sostegno, soprattutto morale, e il farmi capire quanto sia importante mettere il totale impegno indipendentemente da cosa si fa, sono stati fondamentali. Ringrazio i miei genitori di avermi portato sempre agli allenamenti e alle partite, anche all’inizio quando vivevo a Lugo ma giocavo a Ravenna, quindi c’era una bella mezz’ora di macchina fare.
- Ti piacerebbe fare esperienze anche lontano da casa in futuro?
Sicuramente è un’esperienza che mi piacerebbe fare, sono stata fortunata a riuscire a restare qui giocando a bellissimi livelli, però se capitasse l’occasione ne sarei felice.
- Come hai reagito all’infortunio in un momento così importante della stagione?
Credo che un infortunio sia una sfortuna in qualsiasi momento della stagione purtroppo. Mi è dispiaciuto soprattutto perché è successo in un momento in cui avrei potuto partecipare un po’ più attivamente rispetto alle precedenti partite, però da subito il primo pensiero e obiettivo è stato quello di riprendermi il più velocemente possibile per ricominciare a poter contribuire e aiutare la squadra in allenamento e nella preparazione del bellissimo e importantissimo periodo che ci aspetta. Mi sto riprendendo abbastanza bene, piano piano.
- Hai mai pensato di cambiare ruolo e diventare libero?
Ho sempre giocato da attaccante nonostante non sia altissima e mi è sempre piaciuto, anche perché ho un’energia dentro che da qualche parte la devo buttare fuori, per me la palestra è sempre stata un momento di sfogo totale dal resto della giornata. Ora sono arrivata in serie A da attaccante e finché me lo posso giocare e riesco ad ottenere le mie piccole soddisfazioni ho voglia di continuare a giocare come attaccante, poi chissà il cambio ruolo non l’ho mai provato e non so cosa significhi, quindi non te lo saprei dire, ma mai dire mai.
- Cosa ti piace di più della pallavolo e cosa di meno?
Difetti direi che non ne ha, è lo sport del mio cuore. Pregi ne ha tantissimi, secondo me uno dei migliori è il fatto di essere uno sport di squadra, quindi dove non c’è individualità ma sostegno della squadra sia nei momenti di festa che in quelli difficili, anzi nei momenti più difficili è proprio lì che la squadra ti aiuta a risalire sia in campo che fuori. Il supporto della squadra è bellissimo, soprattutto l’alchimia che si crea durante il gioco e gli allenamenti ed è una grande fortuna quando il gruppo che si crea spesso si porta anche fuori dalla palestra. Per me condividere il campo con altre ragazze che hanno la mia stessa dedizione e voglia di fare e dimostrare è impagabile, l’adrenalina e l’emozione che si provano tutte insieme per me sono meravigliose.
- Quale pensi sia la tua caratteristica migliore in campo e in cosa senti di dover migliorare ancora tanto?
Migliorare ovunque perché non si smette mai di imparare e poi io sono giovanissima. Forse una delle caratteristiche positive che ho sempre avuto è il carattere, molto determinato, grintoso, energico, non sto mai zitta, incito sempre e in campo è una buona cosa sia per me perché mi aiuta a restare concentrata e a non distrarmi da un errore o un’azione andata male. Il mio carattere mi ha aiutato tantissimo soprattutto dove magari tecnicamente sono più debole, l’avere così tanta grinta mi aiuta a non demoralizzarmi, quindi magari anche a riuscire a raggiungere qualcosa che altrimenti farei più fatica.
- Cosa studi all’università?
Sono al primo anno di “Scienze Biologiche” a Ferrara, è bellissimo corso, nonostante io sia ancora indecisa perché sono sempre stata appassionata di animali, piante, natura però vorrei fare tutto e non vorrei dover scegliere. Ora farò questa triennale poi non lo so, non vorrei fermarmi ma continuare a studiare.
- Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Oltre al doveroso studiare, mi piace guardare serie tv, forse fin troppe, ascoltare musica, uscire con i miei amici, stare in compagnia delle altre persone, mi piace poco stare in solitudine in casa, appena posso esco.
- Qual è il tuo animale preferito?
È il dugongo, ho comprato anche un piccolo peluche (risata), me ne sono innamorata appena l’ho visto. Quando lo dico tutti mi insultato perché non sanno cosa sia.
- Serie tv preferita?
Mi sono piaciute molto “Le regole del delitto perfetto” e “Grey’s Anatomy”.
- Hai un “idolo” nella pallavolo o nello sport in generale?
La mia compagna di squadra Giulia è il mio idolo indiscusso perché da lei ho imparato tantissimo e le devo tanto e un altro è Caterina Bosetti perché secondo me è un esempio del fatto che per arrivare ai livelli massimi non serve solo la fisicità ma anche testa e molta tecnica.
- Descriviti con una parola
Molto energica.
- Stefania chiede perché vorresti fare la parrucchiera?
Lei è la mia compagna di spogliatoio e ha una montagna di capelli, tantissimi e lunghissimi, ne perde una quantità indescrivibile e li ritrovo nei calzettini, ginocchiere, ovunque e quindi le ho detto che da grande voglio diventare una parrucchiera per poterla rasare a zero.
- Canta la tua canzone preferita cantata in pulmino tornando dalle partite.
Cantare no perché poi con le mie doti canore vi impressionate (risata). La canzone comunque è “Montagne Verdi”.
- Racconta un aneddoto simpatico di una trasferta.
Sicuramente da ricordare la storia delle cimici a Udine che ha già raccontato Chiara, io e Stefania siamo state le uniche a non essere state attaccate. Un altro aneddoto è sempre di Udine, avevamo trovato un gattino che è diventato la nostra mascotte ed è stato soprannominato da Alessandra “Michelangelo”. Un altro ancora è avvenuto in trasferta a Torino, al pranzo prima della partita io e Giulia cercando di mettere l’olio nella pasta abbiamo accidentalmente preso la bustina di olio e aceto perché era dello stesso colore della bustina solo olio (risata). Per fortuna ci hanno portato un altro piatto.
- Quali sono i soprannomi che ti hanno dato le tue compagne di squadra?
“Gre” o “Greti” da parte di Alessandra che è toscana, Flavia e Giulia hanno coniato il nome “Sampy” da “Sampay” che è il nome di un personaggio di un cartone animato e con la mia capigliatura ci assomiglio.
- Qual è stata la soddisfazione più grade con la pallavolo fino ad ora?
Sicuramente aver raggiunto i playoff quest’anno dato il percorso difficoltoso che abbiamo fatto, non mi sarei mai immaginata di poter vivere un’emozione così grande. Se penso alle giovanili, invece, mi ricordo una finale di un torneo vinto U16 con Simone Bendandi e in generale ho ricordi ed emozioni bellissimi di tutto il percorso delle giovanili.
- Presenta Flavia che sarà intervistata settimana prossima.
Flavia è una delle esperte della squadra, è innocuo questo termine (risata). È una ragazza fantastica, a me ha trasmesso tantissimo cosa significa giocare per una squadra e sacrificarsi in ogni momento e in ogni fondamentale per l’aiuto prima di tutto della squadra, poi è simpaticissima.