L’intervista social a Flavia Assirelli

  • Raccontaci un po’ il tuo percorso con la pallavolo?

Ho iniziato a giocare a pallavolo quando avevo 6/7 anni nella squadra del mio paese. A 15 anni sono stata selezionata per andare a giocare nelle giovanili del Vicenza, era vicino casa e quindi sono rimasta a vivere con i miei genitori. Ho giocato lì l’U16, U18, serie D e B. E’ stata una delle esperienze più belle perché confrontarti con ragazze di alto livello ti porta a vivere delle bellissime esperienze, come le finali nazionali e scudetti. Quello è stato il trampolino di lancio per la serie A perché ho avuto la possibilità di fare qualche presenza in A1 e l’ultimo anno a Vicenza ho giocato anche il mio primo anno in A2. Dopo ho iniziato la mia carriera itinerante, ho giocato in A2 per 7 stagioni girando un po’ l’Italia, tre stagioni in B1 e poi sono tornata in A2 quest’anno.

  • Quando hai capito che avresti voluto fare del volley il tuo lavoro?

Quando ho preso l’impegno di far parte di un settore giovanile di un certo livello, quindi tanti allenamenti, anche due volte al giorno. Sicuramente l’impegno c’era ed è stato tanto e riuscire a farne un lavoro è stata una bella soddisfazione.

  • Qual è la città che ti è rimasta di più nel cuore?

Vicenza perché l’ho vissuta tanto e poi ero originaria di un paese vicino, ritornarci a giocare in B1 dopo tanti anni è stato davvero emozionante e mi sono sentita a casa. L’altra città del cuore è Ravenna perché ho giocato qui 4 anni fa in B1 ed è stato un bell’anno, poi si vive bene, il centro è bellissimo, c’è il mare, è una delle città che preferisco.

  • Seppur giovane, sei una delle più grandi della squadra, senti una certa responsabilità nei confronti di quelle più piccole?

Grazie per la giovane perché mi danno sempre della vecchiaccia (risata). Sicuramente sono la più esperta, stare in campo con loro acquista un ruolo diverso, però quando ci alleniamo tutte per lo stesso obiettivo, anche se l’esperienza conta, siamo tutte comunque alla pari.

  • Se non facessi il centrale, quale ruolo ti piacerebbe ricoprire?

L’opposto è un ruolo che sento molto mio oppure mi sarebbe piaciuto fare la banda, non uscire per la ricezione o per la seconda linea come fanno i centrali, ma vivere la partita in pieno.

  • Spesso entri in campo nel corso della partita, è difficile questo ruolo?

Entrare a partita iniziata è particolare, un conto è stemperare la tensione subito un altro è entrare e farsi trovare subito pronte, non è facile. Un po’ l’esperienza mi aiuta, mi rendo conto che rispetto ad anni fa riesco ad essere più collegata alla partita anche da fuori, riesco a trovare più la concentrazione, a vivere le dinamiche della partita e ad essere più pronta. Non è mai facile perché comunque quando entri la squadra ha bisogno di qualcosa di diverso da quello che c’è in campo perché è un momento di difficoltà, quindi entri e devi far bene subito; è comunque bello poter dare il proprio contributo.

  • Perché volevi il 13 come numero di maglia?

Non è che lo volevo io, ma di solito il 13 è il numero storicamente dei centrali, magari Giulia non lo sa, forse anche lei vorrebbe fare il centrale; ci scherziamo tanto su questa cosa perché mi ha rubato il numero (risata). Alla fine ho scelto il 6 che è un numero che non mai avuto perché ce l’hanno due mie grandi amiche e mi faceva piacere portare con me anche loro in questa esperienza.

  • Cosa ti piace di più e cosa di meno della pallavolo?

La pallavolo è bellissima perché fa fare delle esperienze stupende, mi ritengo molto fortunata ad aver fatto questa vita per tanti anni e della mia passione il mio lavoro. È anche vero che ti porta via tanta vita che magari hanno fatto le mie coetanee, le esperienze al di fuori dello sport, però non cambierei nulla, sono contenta anche delle rinunce che ho fatto.

  • Cos’hai studiato all’università?

“Lingue e letterature straniere moderne”, in particolare tedesco e inglese. Ho scelto questa facoltà perché ho fatto il liceo linguistico, le lingue mi piacciono tanto, l’unica pecca è il tempo che impieghi per lo studio, non è facile conciliare le due cose, non sono mai riuscita a seguire tanto le lezioni e anche l’esperienza Erasmus non sono riuscita a farla, però c’è sempre tempo per fare questo tipo di esperienze.

  • Quali sono i tuoi hobby al di fuori della pallavolo?

Adoro cucinare, qualsiasi cosa, sono sempre stata ammaliata da quanto il cibo unisca le persone e mi piace molto la parte conviviale, mi piace fare anche felici le persone con quello che cucino. Vivendo da sola da quando ho 19 anni è stata una necessità che poi si è trasformata in una passione, adesso in particolare mi sto dando alla panificazione/boulangerie, almeno una volta a settimana cerco di fare qualcosa.

  • Ti stanno salutando in diretta due ragazze

Sono due mie amiche storiche. Nel mio percorso sono stata fortunata a finire il liceo a casa e aver avuto la possibilità di coltivare amicizie; avere accanto amiche d’infanzia è stata una grande fortuna, sono delle persone che porti con te per sempre.

  • Qualcuno chiede se fai le marmellate.

Sì da qualche anno faccio le marmellate, sono anche una accumulatrice seriale di barattoli, infatti le mie compagne mi portano quelli vuoti che non usano, così poi io li posso riempire di marmellata o di altre cose e come pensierino per Natale le porto sempre alle mie compagne, quindi mi ricordano anche per le marmellate.

  • Ti piace viaggiare?

Sì, è una passione anche legata alle lingue e alle altre culture, mi ha sempre affascinato tantissimo. Durante la stagione sportiva non puoi viaggiare, l’estate devi studiare quello che non hai studiato durante la stagione, quindi è stata un po’ limitata rispetto a quello che avrei voluto fare. Non sono stata lontanissimo, ho visitato un po’ l’Italia e l’Europa, però nel futuro appena si potrà qualche viaggetto lo farò.

  • Prossima meta che vorresti visitare?

Se devo pensare a un viaggio imminente che posso fare a breve e vicino, mi piacerebbe tornare in Grecia, è un posto che mi ha rapito già la prima volta che ci sono stata, il mare e la cultura mi hanno affascinata. Altrimenti come viaggio più lungo mi piacerebbe tantissimo andare in India, lì c’è una cultura che mi incuriosisce molto.

  • Segui la pallavolo anche da spettatrice?

Sì, ma non sono un’appassionata del vedere le partite, mi piace più giocare, le seguo soprattutto nei momenti più importanti, tipo le finali scudetto, playoff o le champions.

  • Quali sono i soprannomi che ti hanno dato le tue compagne di squadra?

Ogni anno ti porti dietro i vecchi soprannomi o te ne danno di nuovi. Quest’anno per la maggiore va “Fulvia”, nato da quando ho 16 anni, quando ad una festa il vocalist sbagliò a dire il mio nome oppure “Flaviana” che è nato il primo anno a Vicenza perché ci storpiavano un po’ i nomi a vicenda.

  • Se ti dovessi descrivere con una parola quale sceglieresti?

Difficilissimo, sicuramente sono una persona sbadata perché mi dimentico sempre le chiavi, mi chiudo fuori casa ecc… (risata).

  • Quali sono i ricordi più belli con la pallavolo?

Le giovanili hanno avuto un sapore unico e particolare, le vittorie, l’unione tra le compagne, ho avuto la fortuna di poter vivere due scudetti U18 e vincerli, è stata un’emozione grandissima. Invece per la parte senior uno degli anni più belli è stato quello di Forlì in cui abbiamo vinto il campionato di A2 e anche la Coppa Italia la cui finale era stata proprio al Pala De André. Quell’anno lì ho anche avuto la fortuna immensa di giocare con Taismary Aguero che è una persona splendida e nonostante le tante difficoltà è stato un anno molto bello, da incorniciare.

  • Quali sono i tuoi progetti futuri?

Questo è il momento della stagione in cui si tirano un po’ le somme, sicuramente voglio vincere i playoff, concludere questo percorso nel migliore dei modi, poi chissà. Sinceramente inizio a pensare anche alla vita al di fuori del volley, sono già tre stagioni che gioco e lavoro, quindi dare più spazio anche all’altra parte della mia vita che non sia la palestra comincia a farsi sentire, sono tanti anni che penso se smettere o no, vediamo è ancora tutto da decidere.

  • Siete pronte per i play-off?

Siamo assolutamente pronte e li vogliamo fare perché ce li siamo sudati. È stata una stagione lunga e con tante difficoltà cadute, ci siamo rialzate, abbiamo acquisito anche consapevolezza e penso che ce li dobbiamo anche godere, nel senso di divertirci e di prendere tutta questa esperienza come va vissuta veramente, senza pensare solo al risultato o ad altre cose, ma pensare a quello che abbiamo vissuto e a quello che vogliamo raggiungere insieme. Siamo pronte anche perché non giocare per due settimane ci ha dato modo di rimetterci in sesto, di lavorare nel dettaglio e ci ha caricato di voglia di ricominciare.