Piccola intervista alla neo arrivata in casa Conad Olimpia Teodora: conosciamo meglio la nostra americana Taylor Fricano!
Ormai sei a Ravenna da due settimane, come hai trovato la città?
“È una bella città e c’è spesso bel tempo, quindi è anche più godibile. Mi piace il fatto che non sia né troppo piccola né troppo grande, ma in generale mi piace l’Italia e mi sta piacendo molto passare del tempo qui”.
Hai avuto modo di visitare altre città?
“Sono stata a Venezia in un giorno di riposo ed è stato molto bello. Anche lì, come qui a Ravenna, ho potuto apprezzare molto il valore storico che hanno le città italiane”.
Come va con la squadra?
“Sto trovando un gruppo di grande talento, sia per quanto riguarda lo staff che le compagne di squadra. Ci sono giocatrici molto forti e questo dimostra come campionato italiano di pallavolo, anche in A2, sia uno dei migliori al mondo. Il fatto di vedere tante ragazze giovani e di talento mi fa pensare che in questa palestra ci sia un po’ di futuro di questo sport e, anche per la grande passione che vedo, sono molto grata di poter far parte di questo gruppo”.
L’esordio ai playoff si avvicina, sei carica?
“Sono molto carica e credo che i playoff siano il momento più divertente in tutti gli sport, perché c’è la possibilità di vincere un titolo e lottare per qualcosa di più grande di una partita di stagione regolare. Penso che questa squadra sia carica e affamata per affrontare una battaglia. Il fatto che noi non abbiamo nulla da perdere può essere davvero pericoloso per le avversarie”.
Raccontaci un po’ di te, come hai cominciato a giocare a pallavolo?
“Ho cominciato giocando a basket ed ero molto brava, tanto che avrei potuto andare a giocare al College, ma a 12 anni il mio coach mi ha detto che avrei fatto meglio a giocare a pallavolo. Ho fatto un primo provino con la squadra di volley e mi è stato detto di riprovare l’anno dopo, ma anche al secondo tentativo non sono stata presa.
Dopo esser stata tagliata per due volte non volevo provare ancora, ma alla fine l’ho fatto e sono riuscita ad entrare nella squadra della scuola. Da lì in poi mi sono innamorata di questo sport più che del basket e la cosa mi ha sorpreso. Sono partita dalla squadra di livello più basso della mia scuola, ma ho lavorato sodo e i risultati sono arrivati abbastanza velocemente, così ho cominciato a ricevere offerte dai College. Sono stata due anni a Wisconsin-Madison, ma poi ho deciso di trasferirmi a North Carolina dove, da centrale, ho anche vinto un campionato.
Dopo il College sono stata in Repubblica Ceca dove ho giocato un’ottima stagione e a quel punto sono andata nella miglior squadra Svizzera. Eravamo primi in campionato, ma poi il Coronavirus ha bloccato tutto. Quest’anno ero nuovamente in Svizzera dove ho vinto la coppa, ma alla fine essere qui in Italia è davvero una grande opportunità, anche se solo per qualche settimana”.
Qual è stato il momento più bello della tua carriera fino ad ora?
“Quand’ero a Wisconsin non giocavo perché non ero considerata abbastanza forte e per questo mi sono trasferita a North Carolina. Nel mio anno da Senior abbiamo incontrato proprio Wisconsin durante la stagione: loro era imbattuti e secondi nella graduatoria nazionale, e li abbiamo battuti
In quella partita sono stata la miglior marcatrice e ho avuto la maggior efficienza in attacco, e probabilmente è questo il momento che ricordo con più soddisfazione. Vincere la coppa in Svizzera è stato bello, ma in questa storia c’era qualcosa in più perché è stata una bella rivincita”.
Com’è stato il cambio ruolo da centrale a opposto?
“In verità si è trattato di un doppio switch, perché prima sono passata da attaccante a centrale, poi sono tornata a fare l’opposto. Giocare centrale è molto divertente, ma non mi è mai piaciuto dover uscire dal campo durante la rotazione. La cosa che mi piaceva di più era essere coinvolta a muro in ogni tocco. In generale si tratta di due ruoli molto diversi sorpattutto dal punto di vista mentale e fare il centrale mi ha insegnato molto a proposito dell’importanza del lavoro delle mie compagne di squadra”.
Al di là della pallavolo, quali sono i tuoi hobby?
“Ho un cane che si chiama Peanut e in generale amo i cani e vorrei fare la veterinaria in futuro. Mi piace suonare la chitarra e dare sfogo al mio lato artistico anche disegnando. Mi piacciono le lingue, ho studiato un po’ di tedesco, il ceco, quando ero lì a giocare, e anche l’italiano al College”.
Qual è il sogno della tua vita?
“Voglio distinguere il mio sogno nella pallavolo da quello nella vita. Per quanto riguarda il volley il mio sogno è sempre stato quello di giocare in Italia al massimo livello. Anche giocare alle Olimpiadi sarebbe bello, ma forse ormai è tardi per realizzare questo obiettivo. Nella mia vita vorrei aprire una pensione per cani e gatti abbandonati e prendermi cura di loro: Peanut è fantastico e mi ha dato tanto, quindi vorrei restituire qualcosa al mondo degli animali”.